A Bologna, la bella città dalle lunghe braccia e dalle finestre rosse, è in corso (prorogata fino al 7 gennaio 2018) una mostra fotografica molto interessante, sia per gli abitanti di Bologna, che per i visitatori, che hanno la possibilità di ammirare la bellezza tutta italiana di una città dalla personalità inconfondibile.

Il titolo della mostra, che nasce come evento del Festival del Cinema Ritrovato, è Bologna fotografata – tre secoli di sguardi.

Bologna fotografata
Bologna fotografata – la locandina della mostra

Visitando la mostra, organizzata dalla Cineteca di Bologna e allestita nel cuore della città (nel sottopasso di Piazza Re Enzo, adiacente a piazza Maggiore), si può compiere un vero e proprio viaggio attraverso le immagini della storia di Bologna, dai primi anni del 1900 fino all’epoca contemporanea.

Bologna fotografata
Antonio Masotti, anni ’60 – Serie “Le Bolognesi”

L’esposizione esplora la storia d’Italia nell’arco di quasi due secoli: Bologna ne diviene rappresentante e portavoce, attraverso i volti dei suoi abitanti e dei luoghi abitati, dei protagonisti delle vicende sociali, politiche, culturali, e del quotidiano che tutte le racchiude.

Bologna viene attraversata nel tempo, con la possibilità di confrontare la trasformazione dei luoghi nei quali chi la vive è abituato a transitare: cambia il paesaggio architettonico, i nomi delle strade, i volti dei suoi abitanti.

Protagonisti della mostra e della sua narrazione sono anche i fotografi, figura che, a metà ottocento, agli albori della nuova tecnica di rappresentazione della realtà diviene quasi mitica. Con il tempo la fotografia diventa una vera e propria arte: sono loro, gli uomini con lo strumento che cattura la luce, il sole che dipinge, come era chiamata in modo espressivo l’alchimia creata fra tecnologia e natura, che diventano i demiurghi della visione.

Bologna fotografata
Anonimo, anni ’30 – “Fotografo sulla fontana in piazza del Nettuno”

Il fotografo è un praticante zen: immerso nel qui e ora dello sguardo sull’istante presente, aiuta chi dopo di lui guarderà quella che è la creazione del suo intero essere, ad accorgersi del fluire della vita e di chi la fa, con la sua bellezza palese e nascosta. Chi imprime sul foglio fotografico, e insieme chi guarda, ha la possibilità di uscire da se stesso, per poi tornare, colmo degli altri sé dei quali l’umanità e la vita tutta fanno da specchio di risonanza.

Bologna fotografata
Foto Camera, ante 1904 – Piazza Vittorio Emanuele II ,
(oggi Piazza Maggiore)

La mostra è suddivisa in sezioni storiche, che raccontano evoluzioni e involuzioni sociali delle quali i fotografi si fanno testimoni, regalando, a noi che guardiamo oggi le loro immagini, la possibilità di far parte di quel passato presente attraverso il processo dell’osservare, riflettere, prendere posizione.

Bologna fotografata
Nino Comaschi, anni ’30 – “Parata”
Bologna fotografata
Anonimo, 1904 – “La figlia di Iorio” al Teatro diurno Arena del Sole

La storia più recente è arricchita anche dal contributo che gli artisti e le arti performative hanno donato a Bologna, facendosi spesso icone della città, come nel caso di Lucio Dalla: l’occhio del fotografo e il suo prolungamento dal cuore meccanico sono presenza invisibile, al servizio della testimonianza, della memoria, e dell’attenzione.

L’ultima parte della mostra è dedicata al presente, vestito dei colori della fotografia digitale, trasformista e solo in apparenza accessibile: come i puristi ricordano, l’autentica arte della narrazione visiva continua a richiedere un’attenzione e una cura peculiari.

Se negli anni ‘30/’40 del novecento gli scattini – come venivano chiamati i fotografi di strada che si procacciavano i clienti “acchiappando” la loro immagine a tradimento –  sorprendevano le persone incontrate per strada, conquistandosi un sorriso sorpreso, imbarazzato o divertito, in epoca contemporanea essere fotografati, fotografare se stessi o gli altri da noi sembra diventato spesso un esercizio scontato. E’ necessario allora recuperare la sacralità del momento nel quale il cuore, lo sguardo, il corpo e la luce si connettono nell’alchimia che si rinnova nell’antro buio dell’apparecchio fotografico, illuminato dalla luce della vita.

Quando si esce dalla mostra, si guarda a Bologna e alla vita che scorre nelle sue arterie con occhi rinnovati dall’unione con tre secoli di sguardi.

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Bologna fotografata – tre secoli di sguardi

dal 9 giugno 2017 al  7 gennaio 2018

Sottopasso di Piazza Re Enzo, Bologna

Orari
lun-mer-gio-ven: 14 – 20
sabato, domenica e festivi: 10 – 20
Martedì chiuso

Con possibilità di visite guidate, nei giorni seguenti:

sabato 30 settembre ore 18.00
sabato 7 ottobre, ore 18.00 (condotta da Gian Luca Farinelli)
domenica 8 ottobre, ore 11.30 (condotta da Gian Luca Farinelli)
sabato 14 ottobre, ore 18.00
domenica 15 ottobre, ore 11.30
sabato 21 ottobre, ore 18.00
domenica 22 ottobre, ore 11.30 (condotta da Gian Luca Farinelli)
sabato 28 ottobre, ore 18.00
domenica 29 ottobre, ore 11.30

Per prenotazioni: 051 219 4150 / bolognafotografata@cineteca.bologna.it

2 thoughts on “Bologna fotografata – un viaggio fotografico in bianco e nero e colori”

    1. Che bello Giovanna, mi fa davvero piacere riuscire a suscitare interesse per ciò che ha valore!
      Se passi da Bologna la mostra merita davvero una visita….soprattutto per te che ami la fotografia, e sei una brava fotografa. Inoltre il fatto che sia un evento organizzato dalla Cineteca di Bologna rappresenta una garanzia. 🙂

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