Al Piccolo Teatro Strehler di Milano è andato in scena lo spettacolo “I Miserabili”, tratto dal celeberrimo capolavoro di Victor Hugo, con la regia di Franco Però e Franco Branciaroli nel ruolo di Jean Valjean, il protagonista.

Opera colossale, è un affresco dell’umanità, con le sue miserie, la sua povertà, la sua lotta per la sopravvivenza e la dignità come obiettivo ancora da raggiungere.

Questo grandioso romanzo è tuttora portatore di un messaggio di speranza: la possibilità ultima di riscatto, di Giustizia.

L’adattamento teatrale, a cura di Luca Doninelli, ha operato una sintesi intelligente del corpus integrale di 1500 pagine:  uno snellimento che fa percorrere su un nastro di scorrimento veloce le sequenze dell’ intera narrazione quasi come fotogrammi di un lungo film.

A questa resa percettiva contribuisce senz’altro l’allestimento scenico di Domenico Franchi: essenziale, di un nitore quasi livido, che ricorda il cinema in bianco e nero; e che consiste nella scansione di quadri, come capitoli di un libro, modulati attraverso l’aprirsi e il chiudersi di pannelli, quinte grigie.

Anche i costumi, peraltro fedeli al periodo storico in cui è ambientata la vicenda (la Francia tra il 1815 e il 1832) sono tutti di colore cinerino o di un giallo scialbo; laddove l’unica tinta felice -sui toni rosa- è l’abito di Cosette, il personaggio tutto giovinezza e tenerezza.

Il tema principe che sovrasta e permea e dà significato al muoversi dei personaggi nella finzione sulla scena -e nella vita- è la lotta perenne tra Bene e Male, con la certezza (e la necessità intrinseca) di una possibile Redenzione.

A rappresentare i due poli opposti e perciò necessari l’uno all’altro sono Jean Valjean -emblema dell’oppresso, del Miserabile, appunto-, e Javert, rappresentante di una giustizia umana che spesso fallisce nel suo compito e perpetua l’oppressione.

Solo la Misericordia Divina può tutto perdonare e tutto riequilibrare.

Opera attuale, dunque, il romanzo di Victor Hugo, e ardito tentativo di tra/duzione dalla pagina scritta al teatro.

Si distinguono nei loro rispettivi ruoli: Francesco Migliaccio, un Javert intimo, accorato; Valentina Violo, un’ Eponine dalle molte sfacettature; mentre la recitazione di Franco Branciaroli ha un registro spesso troppo convulso, senza riuscire a trasmettere la complessità del personaggio e l’interno travaglio dell’anima.

Franco Branciaroli in una scena dello spettacolo –

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Piccolo Teatro Strehler
dal 12 al 24 febbraio 2019
I Miserabili
dal romanzo di Victor Hugo, adattamento teatrale Luca Doninelli
regia Franco Però
scene Domenico Franchi, costumi Andrea Viotti
luci Cesare Agoni, musiche Antonio Di Pofi
con Franco Branciaroli
e con Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
produzione Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia – Ctb Centro Teatrale Bresciano – Teatro de Gli Incamminati

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