sūq

Immergetevi nella galleria di immagini di colori, polveri, passi e voci dei miei sūq marocchini: iniziamo con quello di Marrakech.

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Ma prima facciamo una sosta dal viaggio, e ordiniamo un the alla menta ben zuccherato, per dare spazio a un piccolo approfondimento.

I viaggiatori si riempiono la bocca di questa esotica parola, ma in quanti conoscono davvero il significato del termine “sūq?

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Come quasi ovunque a Marrakech, è buona regola stare attenti…al “traffico”! Anche nel sūq

Il sūq era uno dei centri della città musulmana, dopo la Moschea e il Palazzo del Potere.

In modo simile a quello che avveniva nelle città medievali di origine cristiana, anche nella città musulmana esistevano corporazioni delle arti e dei mestieri, ognuna delle quali faceva capo a un Maestro. Così, anche la struttura del sūq, sempre racchiuso all’interno di una cerchia di mura, si organizzava secondo i diversi mestieri e le corrispettive merci: al centro le merci non deteriorabili degli orafi e dei venditori di essenze, subito dopo gli alimenti secchi, le calzature, i tessuti, e all’esterno tutte quelle merci potenzialmente “inquinanti” per il loro forte impatto a livello di odori e gestione, come i tintori, la vendita di carni e pesce, la vendita di animali vivi (una tortura per chi li ama, vederli ancora oggi stipati e venduti come oggetti…).

Ricordare questa suddivisione può essere utile quando ci si sente persi durante un giro nel labirinto del sūq, esperienza mai del tutto rilassante: come sa chi è abituato a frequentare i paesi arabi e nordafricani, è quasi impossibile non essere oggetto di attenzioni continue e pressanti da parte dei venditori…se poi si “osa” anche solo adocchiare fugacemente una delle merci in esposizione, la dose è rincarata!

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Venditore e cliente

 

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Nel sūq si trova anche…un Café Literaire!

 

Il sūq è in genere coperto da fronde di palma o di canna che con il loro ombreggiare donano sollievo nelle giornate più calde, e, lasciando filtrare i raggi del sole, creano curiose geometrie di luce.

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Una delle prime cose da sapere se si ha intenzione di fare qualche acquisto, è che qui vale la regola della contrattazione: il prezzo iniziale non è mai quello reale (dobbiamo sempre ricordare che i prezzi per i “turisti” sono sempre maggiorati….ma questa è un’usanza comune quasi in ogni parte del mondo), e il venditore si aspetta, e aspetta, che chi si è innamorato di una delle sue merci rilanci la partita…a volte fino allo sfinimento.

Ma bando allo stress: difficilmente riuscirete a spuntarla fino in fondo….a meno che non si provi ad andarsene, aspettando di essere richiamati dalla voce squillante del venditore che, con un tono di finta rassegnazione, accetta la vostra offerta, o ve ne propone una molto vicina al prezzo di acquisto desiderato.

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Il mio ricordo del sūq era un vortice favoloso di profumi penetranti, magici oggetti odorosi e una sinuosa colonna sonora sullo sfondo.

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Il  sūq della rossa Marrakech è uno dei mercati arabi più conosciuti.

Cosa si può trovare, ammirare, acquistare?

Il souk  è un paese dei balocchi: spezie ed essenze di profumo per gli occhi e le narici, oggetti di artigianato dalle raffinate geometrie arabeggianti da studiare uno per uno, abiti dai tessuti morbidi che riecheggiano favole delle antiche tradizioni, che possiamo ritrovare incarnate nelle persone che percorrono le strade della Medina….e l’elenco potrebbe continuare. Le parole non bastano a colmare un elenco, è necessaria l’esperienza diretta.

Questa volta non sono riuscita a dedicare moltissimo tempo alla visita del sūq, ma a Marrakech ho avuto il piacere di fare un interessante incontro grazie ad Antonia, che ho accompagnato in una cooperativa di donne artigiane che nel 1991 hanno rilevato, grazie alla Société d’Investissement et de Développement Internazionale (SIDI), la ditta americana della quale erano dipendenti, e che era destinata a chiudere i battenti. Le associate responsabili sono nove, coadiuvate da circa trenta ragazze che lavorano da casa come cucitrici.

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Lo spazio al sūq di Marrakech della cooperativa Femmes de Marrakech

Ora sono artefici della loro professione di tessitrici e piccole imprenditrici, e, in un paese certamente non favorevole per la condizione delle donne, hanno la possibilità di disegnare la propria vita.

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Anche la guida della Lonely Planet parla di loro: qui potete trovare l’altro indirizzo al quale andarle a trovare, oltre che quello del souk di Marrakech.

Sūq significa mercato, e i mercati in Marocco sono un po’ ovunque, anche in Piazza Djemaa El Fnaa.

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L’antico mestiere del lustrascarpe sopravvive in Piazza Djemaa El Fna, a Marrakech
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Marrakech, i mercanti lavorano a tutte le ore
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Banchetti per una affollata festa di piazza, Djemaa El Fna, Marrakech
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Place des Epices, uno dei luoghi che amo di più a Marrakech

 

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Place des Epices, la sera

 

Una curiosità: Il sūq più grande del mondo era quello di Aleppo, in Siria, dichiarato Patrimonio Unesco nel 1986, e ormai tristemente quasi del tutto distrutto dalla guerra.

 

Cuoci 

l’istante del sogno

in spezie ardite

che usino

parole esplicite

 

 

 

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