Il progetto Odissea – un racconto mediterraneo, nasce nel 2014 da un’idea del regista Sergio Maifredi, che propone un ciclo di letture interpretate tratte dai canti dell’Odissea  di Omero, affidate a quattro protagonisti del teatro contemporaneo (Moni Ovadia, Maddalena Crippa, Piergiorgio Odiffreddi, e Tullio Solenghi).

Odissea - un racconto mediterraneo
Odissea – un racconto mediterraneo – Moni Ovadia

Moni Ovadia ha aperto la strada del viaggio con la sua lectio magistralis, offrendo come sempre una grande lezione di cultura e umanità.

Odissea - un racconto mediterraneo
Moni Ovadia

Le parole di Moni Ovadia, come sempre profonde di significato, mi hanno fatto pensare che sarebbe utile, prezioso, necessario, istituire lezioni di Umanità nelle scuole, così come spesso si è auspicato che vengano inserite nei programmi scolastici lezioni di felicità.

Allo stesso modo sarebbe auspicabile istruire alla Bellezza: allenarsi a vedere e riconoscere la Bellezza, nel quotidiano e negli esseri viventi che incontriamo, può contribuire a mantenere viva la nostra Umanità, rappresentando così uno strumento di prevenzione degli abusi contro la vita, di ogni genere.

Moni Ovadia introduce la lettura del Canto XXI: la gara dell’arco con un meraviglioso discorso sull’essenza del viaggio, del viaggiare e del viaggiatore, traendo spunto dalla presentazione dell’Odissea come poema fondativo dell’identità occidentale.

Odisseo, protagonista dell’Odissea, è il viaggiatore per antonomasia, dal quale siamo affascinati per ciò che dal viaggio attinge in termini di conoscenza.

Odissea - un racconto mediterraneo
Mosaico della nave di Ulisse, ritrovato in una casa di Thugga (Tunisia, II-III secolo d.C.)

Moni Ovadia cita anche il celeberrimo verso del canto XXVI dell’Inferno, nel quale avviene l’incontro fra Dante e Ulisse-Odisseo. Le parole pronunciate da Odisseo, nate dalla penna dantesca, echeggiano come un monito del senso del vivere dal quale l’essere umano si è allontanato, e al quale dovrebbe tornare:

“Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e conoscenza”

Con queste parole Odisseo sprona i suoi compagni a fronteggiare la paura di superare le temibili colonne d’Ercole: il confine estremo del mondo, il limite oltre il quale evita di spingersi chi teme l’Ignoto e lo Straniero; non plus ultra, scrisse Ercole per designarlo.

Ma se ci avventuriamo oltre, possiamo essere benedetti dalla conoscenza della terra di Atlantide, della quale narrava già Platone.

Sono sapere ed etica, ricorda Moni Ovadia, ciò che fanno un essere umano degno di questo nome; è la sete bruciante di conoscenza, di comunione, di arricchimento delle pepite d’oro dell’Essere a spingere il viaggiatore a prendere la via del viaggio.

Odisseo, il favorito di Atena, dea della sapienza, compie un viaggio per mare che non ha scelto, ma al quale l’hanno destinato gli dei: è l’uomo, però, a scegliere il viaggio della conoscenza, che lo designa come πολύτροπον (“multiforme”, o meglio, letteralmente “dai molti viaggi”), appellativo con il quale Omero si riferisce ad Odisseo nell’invocazione alla Musa.

L’intervento di Moni Ovadia sconfina come sempre nei territori del vivere civile che dovrebbe informare la polis contemporanea, aprendo il varco ad argomenti vivi sul palcoscenico attuale: il viaggio richiama la migrazione, intesa innanzitutto come Incontro di un altro da sé che porta a un arricchimento del proprio corredo umano ed esistenziale.

L’Odissea di Odisseo, con le sue peripezie, i travagli, gli incontri e le trasformazioni alchemiche dell’essere, è anche il viaggio di Abramo e del suo popolo, che un grande esponente della cultura ebraica come Moni Ovadia non poteva non citare, mettendo in luce l’affinità fra i due come uomini spinti dalla ricerca del nutrimento sommo: quello della conoscenza di sé e del mondo.

Moni Ovadia ha fatto dono ai suoi ascoltatori anche della struggente bellezza dei versi del poeta greco Konstantinos Kavafis, attraverso il celeberrimo poema Itaca: l’emblema dell’essenza del Viaggiatore è antitesi della figura del turista, come lo stesso Moni Ovadia rimarca con parole e argomenti di acuta intelligenza e spessore.

“Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga

fertile in avventure e in esperienze”

Per il Viaggiatore, rabdomante di conoscenza e cultura come coltivazione di anima, è il cammino a essere la meta del Viaggio, che un turista vive a lettere minuscole, come cibo precotto dal gusto prevedibile e sul quale vuole avere il controllo.

Sul gustosissimo piatto offerto agli spettatori-compagni di viaggio di Moni Ovadia fra i flutti dell’Odissea, c’è anche l’Ulysses di James Joyce, considerato il romanzo fondativo della letteratura moderna. Nell’Ulysses  il protagonista Leopold Bloom compie la sua personale odissea in una sola giornata, senza muoversi da Dublino, confrontandosi con la diversità che costruisce identità.

Suggestiva è stata anche la lettura dei versi omerici da parte di Moni Ovadia, carica del pathos della scena nella quale si prepara la strage dei Proci da parte di Odisseo camuffato da mendicante, approdato dopo dieci lunghi anni nella sua Itaca.

Il teatro diventa, nella preziosa accezione di Moni Ovadia, un sacrario laico della civiltà del senso, che permette di trovare e ri-trovare il senso perduto dell’essere umano, dell’essere vita, dell’essere in viaggio; la lettura pubblica diventa allora un atto di civiltà che fonda le identità personali e universali, proprio come  alle origini, quando lo stesso Omero “cantava raccontando” le gesta di personaggi archetipici per tutta l’umanità.

 

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Odissea – un racconto mediterraneo

Progetto  STAR – Sistema Teatri Antichi Romani

Un progetto del Teatro Pubblico Ligure,  in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici della Liguria

Teatro Carcano

Centro d’Arte Contemporanea

Corso di Porta Romana, 63 – Milano

-6 novembre 2017: Moni Ovadia – canto XXI: La gara dell’arco

-12 febbraio 2018: Maddalena Crippa – canto XXIII: Penelope

-5 marzo 2018: Piergiorgio Odifreddi – canto XII: Il problema dei buoi di Archimede

-9 aprile 2018: Tullio Solenghi – cantoXIX: Odisseo e Penelope

18 thoughts on “Odissea – un racconto mediterraneo: con Moni Ovadia sul senso del Viaggio”

  1. Le letture di versi omerici con interpretazione teatrale hanno sempre un fascino unico. Mi piacerebbe un sacco seguirne una realizzata da Moni Ovadia che immagino riesca a offrire grandi spunti di riflessione

  2. Molto affascinante questo progetto dedicato alla lettura e interpretazione dell’ Odissea, e letture fatte da grandi interpreti, vedo. La figura di Ulisse e la sua Odissea si prestano a infinite variazioni sul tema e riflessioni. Moni Ovadia lo conosco ma non l’ho mai visto a teatro; mi piacerebbe molto!

  3. Ho scoperto Mani Ovadia quando ho visto dal vivo l’armata a cavallo. Un capolavoro! Da allora ogni volta che posso assisto ad un suo spettacolo e anche alle sue interviste in tv per quanto si percepisca che non è decisamente il suo ambiente!

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