Per lungo tempo ho intravisto l’alta palma del ristorante El Jadida, con l’insegna luminosa e appariscente che ormai non esiste più, sulla via verso casa: ogni volta riuscivano a suscitare la mia curiosità, accesa dal nome arabeggiante che come una sirena mi incantava, suggerendo alla mente le atmosfere del paese che ho iniziato ad amare da ragazzina: il Marocco.
Finché l’anno scorso ho conosciuto Giulio, in occasione di un appuntamento immancabile delle festività di Sant’Ambrogio a Milano, l’Artigiano in Fiera: nel gazebo allestito per l’occasione da El Jadida negli spazi di Rho Fiera, era possibile gustare the alla menta e dolcetti arabi.
Ho parlato a Giulio dei miei viaggi in Marocco, e del magazine di viaggi e cultura sul quale li racconto, e lui mi ha invitata a essere ospite del suo ristorante, del quale finalmente, in una sera d’estate, ho varcato la soglia.
Quella sera ho fatto un viaggio a ritroso nei miei giorni marocchini grazie ai sapori pienamente autentici dei piatti cucinati dalla cuoca marocchina di El Jadida. Qualche tempo dopo ho preso appuntamento con Giulio per ascoltare la storia del suo locale.
Ecco il racconto di un viaggio gastronomico fra Marocco, Libano e Italia, con contorno di danza del ventre, e profumate nebbie di narghilè.
Giulio, il gestore del ristorante El Jadida, racchiude un piccolo viaggio nella storia della sua nascita e infanzia: nato in Olanda da genitori cinesi, porta la Cina nei lineamenti del viso, e l’Italia nella lingua nella quale si esprime (con accento lombardo).
La sua è una famiglia di ristoratori, e Giulio stesso ha studiato all’Istituto Alberghiero, buttandosi nell’avventura di un ristorante arabo in un periodo nel quale non si trovava molta scelta nel settore della ristorazione; tutto ruotava principalmente fra ristoranti cinesi e trattorie e pizzerie italiane, e Giulio, incuriosito da una cultura che non conosceva, ha deciso di fare il salto, subentrando nella co-gestione del ristorante marocchino-libanese El Jadida nel 2007.
Il ristorante, che all’inizio era anche discoteca, era stato aperto in origine da un italiano, un viaggiatore che aveva avuto l’idea di inaugurare uno dei primi locali arabi a Milano: il nome El Jadida richiama infatti l’omonima città marocchina, nella regione di Casablanca-Settat.
Nel 2009 Giulio rileva il ristorante, e negli ultimi anni decide di integrare il menu del ristorante con piatti della cucina libanese, generalmente più richiesta rispetto a quella marocchina.
Una cuoca marocchina e uno chef italiano lavorano nella cucina di El Jadida, rivisitando alcuni sapori arabi per il palato occidentale.
A El Jadida è possibile anche provare a fumare il famoso narghilè: Giulio promette che qui è possibile vivere l’esperienza migliore nella città di Milano, con assistenza garantita per i “neofiti” della pipa ad acqua caratteristica del mondo arabo.
Per i vegetariani e vegani è possibile trovare alternative vegetali, dalla tajine al cous cous, che è possibile cucinare anche al momento.
Ultimamente è stato inserito anche il momento dell’aperitivo, servito al tavolo con 7/8 piccoli assaggi di cucina araba, una degustazione che può essere utile per incuriosirsi, e decidere magari di tornare per una cena completa.
Tutte le sere è previsto uno spettacolo di danza del ventre: le ballerine sono italiane, ma danzano come delle autentiche danzatrici arabe; molte di loro infatti hanno studiato in Egitto, e sono insegnanti di danza del ventre. Durante la settimana gli spettacoli iniziano alle 22, mentre il venerdì e il sabato alle 22,30.
Il locale è arredato con mobili antichi che arrivano direttamente da Marrakech, con uno stile ormai raro, che gli artigiani locali non seguono più nelle loro creazioni. Per la prossima estate Giulio prevede di allestire uno spazio all’aperto.
L’impegno di Giulio e dei suoi colleghi è quello di far conoscere e apprezzare agli italiani la cucina araba.
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Ecco alcune delle alternative vegane più tipiche della cucina araba, che è possibile gustare al ristorante El Jadida:
Harira (zuppa di lenticchie e ceci)
Zaaluk (melanzane affumicate con spezie e olive marocchine)
Hummus (crema di ceci con tahina, olio d’oliva e limone)
Tabbouleh libanese (burgul con prezzemolo, cetrioli, cipolla, pomodorino e succo di limone)
Falafel (polpette di ceci, cipolla e aglio accompagnato con salsa tahina)
Couscous di verdure con uvette
….oltre all’irrinunciabile the alla menta, da bere bollente.
Una serata al ristorante El Jadida può essere preludio a un viaggio verso le terre del Maghreb o del Medio Oriente, oppure, al ritorno del viaggio, può essere rievocazione di atmosfere e sapori che difficilmente evaporeranno dal ricordo.
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via Carlo Bazzi 47 – Milano
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Adoro questi luoghi, mi rilassano e mi piace scoprire anche la loro cultura così affascinante e unica ^-^
Molto bello e suggestivo questo locale. Mi piacerebbe andarci.
Maria Domenica
Quando ero all’università c’era un mio amico libanese che ogni tanto preparava ottimi manicaretti del suo paese, tante buone cose super speziate! Ho provato anche la cucina turca ma mi manca quella marocchina, anche se so che sono simili per contaminazione… Grazie per avermi fatto conoscere questo ristorante 🙂
Amo la cucina araba, se si unisce a una location così affascinante e accogliente il gioco è fatto!
Sembra veramente di stare in oriente!
uno spettacolo questo locale, mi ha incantata….
Grazie a tutte, che bello che abbiate voglia di passare una serata da El Jadida! Assolutamente raccomandato, per chi ama la cucina mediorientale, e per i viaggiatori 🙂