Quarta puntata dell’Edumotional tour nei Monti Dauni. Questa volta esploriamo la città di Foggia.
Non poteva mancare un pomeriggio a Foggia, al seguito della dotta guida di Francesca, accompagnatrice di tutte le nostre escursioni: Francesca Capacchione, archeologa, educatrice museale presso il Museo Civico di Foggia, nonché, per l’appunto, accompagnatrice turistica.
C’è una bella luce per le vie, che si riflette sugli edifici.
Passiamo dalla porta Arpana, proprio in visita al Museo Civico, ospitato nelle sale di Palazzo Arpi (Arpi, antica città della Daunia), sul quale è stato murato il portale del palazzo imperiale di Federico II di Svevia, andato distrutto.
Intanto, il mio sguardo si ferma su alcune immagini che catturo in una fotografia.
Al pianterreno la tomba della Medusa, portata qui dal sito archeologico di Arpi (IV secolo a. C.) e reperti neolitici, dauni, romani, medioevali.
La tomba conserva intatto il fascino e provo la sensazione di penetrare in un antro proibito, di profanare chissà quale segreto…
Ma un’autentica sorpresa, per me, sono alcuni vasi di un colore insolito: un colore rosato, che fa sognare. Sono stati rinvenuti nelle tombe daune di Arpi e ancora vivono in tutta la loro stupefacente bellezza.
Saliamo al piano superiore, e ci troviamo nella galleria di reperti archeologici.
Scorre, via via al nostro passaggio, la visione di gioielli, soprammobili, manufatti: dono di cittadini foggiani, omaggio a una cultura indimenticabile.
La ricostruzione di una casa con un video di supporto è un’altra occasione di approfondimento.
Compiendo un salto nel tempo, siamo alla seconda galleria, con notevoli dipinti di artisti foggiani, quali Francesco Saverio Altamura, Domenico Caldara; napoletani e di scuola meridionale.
Tra questi, scelgo la tela di un bacio, che non ha nulla da invidiare al famoso Bacio di Hayez.
Usciamo dal museo dopo l’imbrunire e raggiungiamo a piedi il famoso ristorante Al primo piano, attraversando le vie di una città che conoscevo solo di nome e che trovo moderna, animata, piacevole.
Gestito dal simpatico chef Nicola Russo, che già con il suo accogliente sorriso promette prelibatezze, il locale, arredato in stile moderno e informale, è curato e raffinato.
La cucina, di terra, offre piatti “poveri”, terrazzani, piatti contadini, i piatti “dei nonni”: in una parola, l’autentica cucina dell’entroterra pugliese, con una sapiente combinazione di sapori.
Il servizio è impeccabile e il personale gentile.
Assaporiamo i piatti, ci complimentiamo con lo chef; lui sosta presso di noi raccontandoci la storia della sua “passione culinaria”.
Usciamo soddisfatti, con un arrivederci per il pranzo del giorno dopo.
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Edumotional tour Monti Dauni prima parte – Rocchetta S. Antonio