In occasione della proiezione di alcuni fra i film in programma al Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina ho avuto finalmente occasione di conoscere Wanted Clan, il nuovo spazio milanese dedicato al cinema di qualità che ha inaugurato il 25 gennaio 2018.

Festival - del - cinema - africano - d'Asia - e - America - Latina
Wanted Clan, in via Atto Vannucci a Milano

Wanted Clan, che si offre come un luminoso spazio su due piani dove è possibile non solo assistere a proiezioni cinematografiche (al piano di sopra l’audio è in cuffia), ma anche sorseggiare qualcosa mentre si osservano le opere di una mostra fotografica, è un progetto realizzato grazie a una campagna di crowdfunding di Wanted Cinema, società di distribuzione cinematografica indipendente, che ha fra gli obiettivi citati nel suo manifesto quello di “proporre voci e linguaggi rivoluzionari”.

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I film in programma nel corso della penultima serata del festival del Cinema africano, d’asia e america latina sono stati tre: Nanì di Vashish Soobah, Vita di Marzouk di Ernesto Pagano, e Hanaa  di Giuseppe Carrieri.

Nanì (Mauritius/Italia, 2017) è un cortometraggio che vede come protagonista la nonna del regista, che vive alle Mauritius: la donna, dotata di una grazia che nasce dalla purezza del suo sguardo, risponde alle domande del nipote, che, attraverso i racconti della vita semplice e pulita della donna, compie un’immersione nelle sue stesse radici.

Delicato, quasi in punta di piedi, il cortometraggio di Vashish Soobah è un piccolo affresco che narra la dolcezza di una vita spesa nella presenza di ogni gesto e ogni accadimento, con la serena accettazione che le persone dotate di una saggezza atavica indossano.

Vita di Marzouk (Italia/Francia, 2017) è un film-documentario che esplora una fase delicata della vita del musicista tunisino Marzouk, che vive da vent’anni in Italia e ha avuto due bambini dall’italiana Elvira. In un momento in cui il matrimonio fra i due inizia a vacillare, Marzouk parte per una breve vacanza con i figli in Tunisia, dove incontra i suoi parenti, e si scontra con alcune inevitabili differenze creatasi dalla lunga lontananza con la sua cultura di origine.

Il documentario è interessante per l’esplorazione che permette di compiere nella vita di uno “straniero” che ha ormai radici doppie: nella sua terra di origine e in Italia, dove risiede da lunghi anni e dove ha ri-creato la sua nuova vita, fatta di affetti, nuovi legami familiari ed espressione di sé, attraverso la musica delle sue tradizioni che condivide  nei suoi concerti offerti al pubblico italiano.

Hanaa (Italia, 2017) è una docu-fiction che racconta le storie intrecciate di tre ragazzine quasi ancora bambine: dall’India, dalla Nigeria, dal Perù e dalla Siria. Tutte condividono il nome Hanaa/Ana, e un destino comune di sopraffazione e violenza.

Il film è intenso, forte, a tratti prepotente nel mettere lo spettatore di fronte alla brutalità di ciò che accade realmente, quasi quotidianamente, in paesi vicini e lontani, oltre quel confine immaginario che si crede ci divida gli uni dagli altri. Invece spesso condividiamo un nome, affinità di storie di vita, e, sempre, l’universalità di desideri profondamente umani.

“Siamo tutti collegati.

Se ci manca qualcosa

è perché qualcosa di noi vive altrove”

Alle proiezioni erano presenti i registi Vashish Soobah e Giuseppe Carrieri, che hanno risposto alle domande del pubblico, e raccontato la genesi delle loro opere, dando vita a uno scambio interessante di prospettive e visioni sul cinema e sul vivere.

La locandina della 28° edizione del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina

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Il sito della 28° edizione del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina.

Wanted Clan: il nuovo spazio dedicato a film e documentari d’autore a Milano.

 

 

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